Il fenomeno del “Blue Whale” – Forum dal 12 al 31 luglio
AIP – Sezione di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione
Il fenomeno del “Blue Whale” – Forum dal 12 al 31 luglio
(moderatrice: Simona Caravita)
Nella primavera di quest’anno i media hanno dato particolare rilievo alla notizia della
presenza in rete di un gioco on-line, il “Blue Whale”, che attraverso processi suggestivi, di
pressione dei pari e rinforzi, condurrebbe gli adolescenti che vi partecipano ad atti di
autolesionismo e tentativi suicidari.
Per quanto, successivamente, tale notizia sia risultata non essere stata adeguatamente
verificata, essa ha generato allarme sociale, in particolare tra genitori e insegnanti/educatori,
e ha suscitato un dibattito anche tra gli psicologi sui rischi effettivi connessi all’uso dei socialmedia
in adolescenza e sulle strategie educative da adottare per consentire un corretto
utilizzo degli strumenti informatici di comunicazione in infanzia e adolescenza.
L’Esecutivo della Sezione AIP di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione ha quindi attivato
un forum di discussione e di approfondimento su tali temi che, attraverso gli interventi degli
iscritti che si occupano di queste tematiche ha evidenziato i seguenti punti:
– Alla luce della mancata verifica delle fonti giornalistiche relative al gioco on-line “Blue
Whale”, non è possibile affermare che un simile fenomeno si sia verificato in Italia,
mentre possono avere avuto luogo alcuni sporadici episodi di emulazione.
– Nel complesso, tuttavia, il diffondersi di questa notizia, con le conseguenti risposte
sociali che ha generato, sottolinea l’opportunità di una gestione più cauta
dell’informazione pubblica da parte di esponenti delle diverse professionalità,
compresa quella psicologica, i cui esponenti possono essere chiamati a commentare
fenomeni analoghi.
In questo contesto, gli psicologi possono anche approfondire i processi che generano il
diffondersi di simili notizie, così da fornire al pubblico, in particolare genitori e
insegnanti/educatori, informazioni il più possibili chiarificatrici.
È possibile anche predisporre percorsi di educazione all’approccio e all’informazione
fruibile dai media, volti a sensibilizzare le famiglie e gli insegnanti a una visione critica
delle informazioni ricevute, in particolare attraverso internet e la televisione
(quest’ultima spesso reputata massimamente attendibile) e a potenziare l’abilità di
riconoscere i dati certi e quelli scarsamente verificati.
– Quanto accaduto in relazione al “Blue Whale”, tuttavia, ha avuto il merito di sollevare
l’attenzione sul fatto che esistono comunque delle criticità nell’utilizzo della rete e dei
media, soprattutto da parte di adolescenti. Non si può negare, infatti, il rischio della
presenza online di siti e gruppi volti a sponsorizzare e istigare a fenomeni
autolesionistici e al suicidio personale e di massa. Tali gruppi possono avere maggiore
presa sugli adolescenti, che, essendo più facilmente affascinati dal rischio e portati a
mettere alla prova i limiti, possono venire più facilmente in contatto con tali realtà.
Rispetto all’utilizzo dei media in adolescenza, inoltre, l’identità di un adolescente di
oggi, nativo digitale, è sottoposta a sfide peculiari: in questa fase della vita il cui
principale compito di sviluppo è la ridefinizione della propria identità nel rapporto con
i contesti sociali, la velocità della rete può creare difficoltà a raggiungere un’adeguata
integrazione delle diverse componenti identitarie. Analogamente, i nativi digitali,
inoltre, corrono il rischio di un maggiore analfabetismo emotivo, in quanto più abituati
a vivere relazioni online che face to face.
– Alla luce di tale quadro, gli psicologi possono contribuire ai processi di sviluppo con
interventi mirati ad aiutare bambini e adolescenti a sviluppare capacità adeguate di
autoregolazione, di reazione alle pressioni dei pari e di digital literacy. Altri interventi
possono sensibilizzare gli adulti a una regolazione consapevole dell’accesso dei figli ai
media (in termini di disponibilità degli strumenti, gestione dei tempi di utilizzo,
monitoraggio dei siti e dei gruppi frequentati) e a coinvolgerli nel processo di
educazione mediatica dei ragazzi.
Per eventuali approfondimenti su queste tematiche si possono consultare, tra gli altri, i
seguenti siti:
– http://www.poliziadistato.it/articolo/3859303d1ed8e5a566574486;
https://www.commissariatodips.it/blue-whale.html, siti attivati dalla Polizia di Stato in
relazione al Blue Whale;
– http://www.educazionemedia.it/, sito del Centro Educazione Media di Pavia che ha
attivato progetti di digital literacy in collaborazione con le scuole.
Simona Caravita
5 settembre, 2017